Finitudine: Un romanzo filosofico su fragilità e libertà


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01: un Sisifo, tutto sommato felice
02: come Alvy o come l’analista in “Io e Annie”?
03: fare tesoro della vulnerabilità
04: la pandemia come misura della nostra idea di habitat e di responsabilità
05: una questione etica, di conoscenza
06: l’oggetto di Telmo
07: compito a casa


Telmo Pievani
Insegna Filosofia delle Scienze Biologiche (prima cattedra in Italia) all’Università di Padova. Grande comunicatore scientifico, dal 2013 fa parte del Comitato Scientifico di BergamoScienza, è stato segretario del consiglio scientifico e coordinatore del Festival della Scienza di Genova, e con Vittorio Bo, è stato direttore scientifico del Festival delle Scienze di Roma. Collabora con le riviste Evolutionary Biology, Evolution: Education and Outreach, è direttore di Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione, è membro del comitato di programma delle conferenze mondiali di Venezia, «The Future of Science», promosse dalla fondazione Umberto Veronesi.

Finitudine: Un romanzo filosofico su fragilità e libertà
Lo scrittore Albert Camus non è morto nell’incidente del 4 gennaio 1960. Un suo grande amico, il genetista Jacques Monod, va a trovarlo in ospedale. Stanno scrivendo un libro insieme. Leggono le bozze, ricordano le avventure durante la Resistenza a Parigi. Nel segno del disincanto, prende forma una visione del mondo.
La scienza ha svelato la finitudine di tutte le cose: dell’Universo, della Terra, delle specie, di ognuno di noi. Come trovare un senso all’esistenza accettando la nostra finitezza?
Camus e Monod passano in rassegna le possibilità laiche di sfidare la morte.

Telmo Pievani, Finitudine: Un romanzo filosofico su fragilità e libertà – Raffaello Cortina Editore

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